PARI DIRITTI PER I SINGLE: VOGLIAMO IL SINGLEPRIDE!

by Diletta Beatrix
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single carrie bradshaw

Mentre l’Italia si divide tra i favorevoli e i contrari alla riforma costituzionale, tra il sì e il no ad una proposta di matrimonio o di una convivenza, tra omosessualità e eterosessualità, chi è favorevole alle adozioni gay e chi è contrario, c’è chi, come me, si pone un solo interrogativo: ma perché i single non scendono in piazza per chiedere che gli vengano riconosciuti gli stessi diritti che hanno gli altri?

Negli ultimi tempi si parla in continuazione di diritti civili. Sono stati versati fiumi di inchiostro e scattate centinaia di foto al primo matrimonio gay a Napoli, Roma, Milano, Torino… e un altro po’ in Patagonia, ma nessuno, MAI, si è chiesto: “E i single? Hanno già tutto? Avrebbero diritto a qualcos’altro?”.

Ebbene, cari amici, sì.

Innanzitutto hanno il diritto di starsene sereni a cena con i parenti (soprattutto durante le feste comandate) senza essere guardati con l’aria compassionevole di chi si è beccato una brutta malattia perché in realtà sono in formissima e la stessa cosa vale alle cene con gli amici.

Che amici siete se ogni volta cercate di propinare a uno scapolo o a una zitella il primo sfidanzato/a che vi capita a tiro?

Nessuno dubita del fatto che la vita di coppia possa essere un valore aggiunto (ma non facciamone un manifesto perché, anche quando tutto va bene, stare in coppia è un gran casino), ma perché non può essere vero il contrario? E soprattutto, perché si parla di adozioni gay ma nessuno parla di adozioni per i single?

Se è vero, com’è vero, che per un bimbo ciò che conta è l’amore, cosa fa pensare all’universo mondo (l’esagerazione ci sta) che un single non sia adatto alla paternità o alla maternità?

Perché bisogna ricorrere alla riproduzione in vitro o all’utero in affitto altrove per poter essere genitore? Credo che sia il momento di smetterla con le visioni a metà e con le battaglie giuste per alcuni e inesistenti per altri. Se scapoloni e zitellone non scendono in piazza per il Singlepride non è perché a loro vengono riconosciuti tutti i diritti, anzi. Al giorno d’oggi, la ‘categoria’ più penalizzata ‘sentimentalmente, emotivamente e psicologicamente (lavorativamente no)’ è proprio quella dei single.

Sono soli per scelta, loro o degli altri poco conta, non possono pensare di adottare un figlio, non hanno bandiere né di partito né di sesso, non inveiscono contro chi è in coppia o sposato e soprattutto non piagnucolano perché hanno imparato che al ‘compagno per forza’, è preferibile la ‘singletudine’ per scelta. Per capirci, visto che il termine solitudine viene erroneamente collegato al significato di tristezza, parliamo di quella fatta di serate sul divano a leggere un libro o guardare la tv, di amici, birra e chiacchiere ovunque capita e di nottate attraversate sogni a occhi aperti e anche veli di malinconia (negarlo sarebbe intellettualmente scorretto).

Perché, cari tutti, anche se può sembrarvi strano, essere single non disabilita corpo e testa né tantomeno l’anima. E adesso che avete capito come stanno le cose, se avete parenti o amici single piuttosto che vederli come ‘sfigati o problematici’ e spingerli a un ‘matrimonio per procura’ indite il Singlepride, e chiedete gli stessi diritti per tutti. 

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